domenica 14 aprile 2013


LA MODA AUTARCHICA

Nella lettura viene descritto il profilo della “Donna Autarchica” per eccellenza, per il quale essa avrebbe dovuto eliminare da tutte le sue spese qualunque tipo di prodotto estero come ad esempio aveva il dovere di parlare esclusivamente in lingua italiana o latina, bandire dalle sue letture qualsiasi tipo di libro o rivista straniera, sostituire il tè con infusi di piante aromatiche italiane, promuovere nuove danze italiane in maniera da sostituire a quelle esotiche.
Il 18/06/1938 fu emanato “un regolamento” contenente le norme dirette alla difesa del prodotto italiano:  tutte le etichette , gli involucri, gli imballaggi e le pubblicità di prodotti fabbricati in Italia, e diretti al mercato nazionale dovevano essere esclusivamente in italiano.





ORIENTAMENTI PRINCIPALI NELLA MODA DELLA SECONDA METÀ DEGLI ANNI TRENTA

Per quanto riguarda gli abiti, si assistette ad un accorciamento delle gonne, da metà polpaccio, arrivarono sotto il ginocchio, la pelliccia era il prodotto più pubblicizzato, veniva proposta di tutti i tipi e in tutte le stagioni, purché fosse rigorosamente nazionale, o al massimo dell’impero.
La pelliccia era utilizzata non solo per cappotti, giacche e mantelli, ma anche per stole, colli e sciarpe. I creatori Italiani continuavano a proporla anche d’estate.
Per quanto riguarda le calzature l’Italia occupava una posizione di grande prestigio, grazie alle creazioni di Salvatore Ferragamo, il quale riuscì a farsi una clientela a livello internazionale.

LE MANIFESTAZIONI DI MODA ORGANIZZATE DALL’ E.N.M.

Con il diretto appoggio delle donne patronesse,che rappresentavano il regime e il modello proposti dalla “moda fascista”, che si differenziavano molto dalla massaia rurale o dalla grigia casalinga ebbero luogo manifestazioni dirette a quel tipo di donna che faceva grande uso di vestiti da sera e pellicce.
Nel Gennaio del 1937 si svolsero nel Casino di San Remo le sfilate organizzate dall’ E.N.M.(Ente Nazionale della Moda); in quest’occasioni si ebbe un gran trionfo delle fibre artificiali.
Nella seconda metà degli anni ’30, si assistette ad un progressivo, avvicinamento tra la Germania e l’Italia iniziato nell’ottobre del 1936 con l’asse Roma-Berlino. Questo avvicinamento di manifestò in tutti i campi e anche in quello della moda come si può rilevare dall’esaltazione che viene fatta dalla moda tedesca dall’ E.N.M..
Il centro più importante della moda tedesca era Vienna che aveva alle spalle una grande tradizione in campo di moda. Questa tradizione fu molto potenziata grazie all’attività del laboratorio viennese che aveva portato avanti la sua attività all’insegna del raggiungimento dall’indipendenza della moda francese. Vienna rimase il più importante punto di riferimento per la moda tedesca nonostante l’attività del laboratorio si fosse interrotta nel 1932.

LA MODA ALLA VIGILIA DELLA GUERRA

Il 16/06/1939 entrò in vigore la legge sulle norme integrative sulla disciplina della produzione e riproduzione dei modelli di vestiario e di accessori dell’abbigliamento. Veniva stabilita la validità della marca di garanzia.
La nuova legge accennò all’istituzione di una “marca d’oro”,  poteva essere concessa, a qualunque ditta avesse dimostrato particolari doti di capacità nel campo creativo.






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