LA MODA
AUTARCHICA
Nella lettura viene descritto il
profilo della “Donna Autarchica” per eccellenza, per il quale essa avrebbe
dovuto eliminare da tutte le sue spese qualunque tipo di prodotto estero come
ad esempio aveva il dovere di parlare esclusivamente in lingua italiana o
latina, bandire dalle sue letture qualsiasi tipo di libro o rivista straniera,
sostituire il tè con infusi di piante aromatiche italiane, promuovere nuove
danze italiane in maniera da sostituire a quelle esotiche.
Il 18/06/1938 fu emanato “un
regolamento” contenente le norme dirette alla difesa del prodotto italiano: tutte le etichette , gli involucri, gli
imballaggi e le pubblicità di prodotti fabbricati in Italia, e diretti al
mercato nazionale dovevano essere esclusivamente in italiano.
ORIENTAMENTI PRINCIPALI NELLA MODA
DELLA SECONDA METÀ DEGLI ANNI TRENTA
Per quanto riguarda gli abiti, si
assistette ad un accorciamento delle gonne, da metà polpaccio, arrivarono sotto
il ginocchio, la pelliccia era il prodotto più pubblicizzato, veniva proposta
di tutti i tipi e in tutte le stagioni, purché fosse rigorosamente nazionale, o
al massimo dell’impero.
La pelliccia era utilizzata non
solo per cappotti, giacche e mantelli, ma anche per stole, colli e sciarpe. I
creatori Italiani continuavano a proporla anche d’estate.
Per quanto riguarda le calzature
l’Italia occupava una posizione di grande prestigio, grazie alle creazioni di
Salvatore Ferragamo, il quale riuscì a farsi una clientela a livello
internazionale.
LE MANIFESTAZIONI
DI MODA ORGANIZZATE DALL’ E.N.M.
Con il diretto appoggio delle
donne patronesse,che rappresentavano il regime e il modello proposti dalla
“moda fascista”, che si differenziavano molto dalla massaia rurale o dalla
grigia casalinga ebbero luogo manifestazioni dirette a quel tipo di donna che
faceva grande uso di vestiti da sera e pellicce.
Nel Gennaio del 1937 si svolsero
nel Casino di San Remo le sfilate organizzate dall’ E.N.M.(Ente Nazionale della
Moda); in quest’occasioni si ebbe un gran trionfo delle fibre artificiali.
Nella seconda metà degli anni
’30, si assistette ad un progressivo, avvicinamento tra la Germania e l’Italia
iniziato nell’ottobre del 1936 con l’asse Roma-Berlino. Questo avvicinamento di
manifestò in tutti i campi e anche in quello della moda come si può rilevare
dall’esaltazione che viene fatta dalla moda tedesca dall’ E.N.M..
Il centro più importante della
moda tedesca era Vienna che aveva alle spalle una grande tradizione in campo di
moda. Questa tradizione fu molto potenziata grazie all’attività del laboratorio
viennese che aveva portato avanti la sua attività all’insegna del
raggiungimento dall’indipendenza della moda francese. Vienna rimase il più
importante punto di riferimento per la moda tedesca nonostante l’attività del
laboratorio si fosse interrotta nel 1932.
LA MODA
ALLA VIGILIA DELLA GUERRA
Il 16/06/1939 entrò in vigore la
legge sulle norme integrative sulla disciplina della produzione e riproduzione
dei modelli di vestiario e di accessori dell’abbigliamento. Veniva stabilita la
validità della marca di garanzia.
La nuova legge accennò
all’istituzione di una “marca d’oro”, poteva essere concessa, a qualunque ditta avesse
dimostrato particolari doti di capacità nel campo creativo.
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