domenica 24 marzo 2013

FILI PREZIOSI COME GIOIELLI

FILI PREZIOSI COME GIOIELLI


Sin dall'antichità i nostri antenati hanno iniziato l'arte della decorazione; si parte dall'arte del tatuaggio, una pittura corporale che non  serve solo per abbellire e decorare il proprio corpo ma anche per distinguersi dai propri simili, entrate in un determinato gruppo o l'integrazione " famigliare"di provenienza. 
L'arte della tessitura, dopo essersi evoluta sia dalle tecniche tessili che quelle sartoriali, in seguito verrà anche guarnita con ornamenti applicati alle vesti; abiti, gioielli, tatuaggi e ornamenti di ogni tipo, sottolineano una comunicazione non verbale, ad esempio trasmettere la proprio classe sociale e la personalità di chi lo indossa; ogni particolarità che può essere dal materiale al posizionamento comunica cose diverse.
Gli antichi usavano decorare i gioielli e le vesti perché consideravano importante la funzione simbolica, divise in APOTROPAICA:simboli che proteggono dal male e PROPIZIATORIA: simboli che sollecitano benessere e prosperosità a chi lo indossa. Nel mondo antico Mediterraneo si credeva che c'era dei collegamenti tra materiale,colore, forme, ecc.. con le proprietà terapeutiche e salvifiche; ad esempio il colore rosso, simbolo del sangue, viene attribuito a delle caratteristiche tipo: la gravidanza e il parto,vita, all'amore carnale o sacra, al matrimonio,alla guerra,al martirio e alla morte, tutto ciò ad ogni oggetto rosso. Per un periodo in tutte le parti del mondo il rosso era ovunque nelle decorazioni, collane spille e bracciali, soprattutto nelle vesti femminili e dei bambini.
In ogni angolo del mondo l'abito si divide in tradizionale o popolare, fatti tutte e due dalla veste base, ma a differenza della località ed al ceto sociale vengono arricchiti rendendoli più prestigiosi. In occidente l'abito segue due decorazioni il RICAMO che può essere colorato o no,con applicazione metalliche o senza riuscendo a fare frange, merletti, pizzi o trine; esso era segno di lusso potevano rendere un capo unico e prezioso; poi abbiamo la FILIGRANA nata nell'ottavo secolo, ma che prese l'attuale nome solo nel' 600 da il fiorentino Lorenzo Magaletti. La filigrana è una tecnica di lavorazione con materiali d'oro o di argento dando ai gioielli un aspetto elegante. Il periodo del'600 fu la moda del ricamo e verso il 700/800 quella della filigrana. Questa arte veniva maggiormente fatta dalle nobildonne, che progettavano manufatti artistici raffinati creando dei veri e propri gioielli tessili.
                                                                                                                                   Giulia Tambuzzo



giovedì 21 marzo 2013

Appunti Jlenia 8-15/03/2013

Appunti del 8-15-/03/2013
STORIA DELLA MODA E DEL MADE IN ITALY
Moda
è allargare i propri orizzonti nel cercare di cogliere i tanti aspetti e le potenzialità di questa ricerca.La moda adesso è diventato il "supermercato" degli stili.L'abito è un insieme di segni per una comunicazione non verbale complessa.Questo è un periodo storico ricco di informazioni,ma spesso non ci diamo il tempo di assimilare,mentre la vera esperienza non avviene mai.Abbiamo un infinità di informazioni ma non sappiamo come sceglierle.Studiare la storia ci aiuta a comprendere il presente.Il corpo è parte di un raffinato codice di comunicazione,delle informazioni,presente in modo analogo in tutte le società,sia di adesso che del passato.Il concetto di nudo non è lo stesso,e l'ideale di un corpo perfetto non esiste.Ogni società si crea un corpo di un certo tipo.Il corpo è un entità non finita che si sviluppa in connessione con differenti forze sociali e si integra ad esse nel mantenere le disuguaglianze sociali.La moda è fatta per evidenziare le diseguaglianze e con il nostro corpo esprimiamo relazioni con la società.
Perchè ci vestiamo?
PUDORE-PROTEGGERCI-PRESTIGIO
Protezione:
Il vestirsi una volta era riferito a un concetto magico,i bambini infatti venivano fasciati in modo da farli sembrare gia morti,cosi che la morte non li avrebbe potuti prendere.

Pudore: Fa parte del processo di travestimento.Il messaggio puo essere temporaneamente di occultamento e di esaltazione.Le donne erano vestite con abiti,alla fine dei quali c'era una "V" evidenziata ancora di piu con una mascherina,"nascondendo"le parti piu intime.

Woodabe : Sono una società africana che una volta l'anno si esibisce in feste mostrando denti bianche e sorriso bianco segno di salute.Fin dai tempi antichi l'abito aiuta ad identificare ruoli specifici.La religione e la visione del sesso,creano i piu stretti e fantasiosi codici del vestire.

Romani-Greci: Hanno inventato il velo,questo serviva infatti per controllare le nobil donne,in modo che restassero tali(carnagione chiara e non abbronzata),questo le differenziava dalle contadine che stando nei campi erano invece abbronzate.
Il Corsetto:
Nato per controllare la donna.La donna infatti nel 700 ha una maggiore libertà,portandola a prediligere maliziosi abiti scollati.Sotto l'abito si indossava un busto in tessuto che aveva la funzione di spingere in alto il seno,in modo da mostrare la scollatura.Questo busto era irrigidito da stecche,molto stretto che limitava i movimenti femminili.Il corpetto era un abito prevalentemente delle donne aristocratiche,le contadine non potevano permetterselo perche molto costo,e poi avrebbe limitato i loro movimenti per i lavori nei campi.

Ogni società ha un corpo ideale
PREISTORICI:L'ideale era l'abbondanza-fertilità-sopravvivenza-speranza
                                                Grecia:l'ideale è l'uomo nella sua fisicità

Egitto: Eternità,se il corpo si mantiene anche dopo la morte è eterno,se si putrefà va all'inferno.

                     Creta: L'ideale era la Dea (donna mediterranea),donne libere e di potere.
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Il corpo di una teeneger
è un corpo ambiguo,prorpio perchè ancora non è a tutti gli effetti fisici visibili,una donna.
L'ideale fisico non esiste nella realtà,non esiste un ideale di donna,ma è tutto nella nostra testa.La società manipola il corpo.
Roma e Bisanzio
Il corpo è dentro l'abito e il potere è molto importante.

IL RINASCIMENTO
Tra il 1100 e il 1400(fine medioevo) l'abito acquista una visibilità ulteriore,insieme ai suoi accessori,collegandosi al contesto nel quale vive.
IL CRISTIANESIMO
si differenzia dalle altre religioni perchè Cristo è Dio uomo.
Sviluppato concetto di individuo,ciascun uomoè prezioso per quello che è.Il Cristianesimo ha portato una maggiore libertà di pensiero tra il 1100 e il 1200,portando un cambiamento;La nascita dell'Umanesimo dove ciascun individuo è importante.L'uomo è al centro del cielo e della terra.
L'abito diventa espressione dell'individuo.
La coscienza dell'abito è un momento di manuali di costumi,dei primi figurini di moda ed anche la nascita della "promozione di moda."
FIRENZE è UNA REPUBBLICA
I cittadini che volevano accedere in politica dovevano prima essere iscritti a una cooperazione,e le piu importanti erano legate alla produzione/vendita di tessuti.(LANA-SETA-CAMBIO-NOTAI-PORTA ROSSA-PELLETTIERI-CALAMAI).
1470 NASCITA DELLA MODA E DEL LOOK
Le alte classi europee utilizzavano prevalentemente sete italiane.Vestirsi era parte vitale della società,seguendo il proprio rango.
La parola cortesia deriva da corte,spazio chiuso e insieme di regole.
Colori importanti ROSSO colore di buon auspicio perche rappresenta il sangue che è vita.E il VERDE
simboleggia la perseveranza e la conoscenza superiore,il colore verde inoltre infonde senso di giustizia e grandezza d'animo.                                                                                                                                                   Jlenia Serpa.


VISITA AL MUSEO STIBBERT

VISITA AL MUSEO STIBBERT
La casa museo fu creata proprio da Frederick Stibbert,sul colle Montughi di Firenze,dove Frederick è nato.Proveniva da una famiglia militare,il padre(inglese) colonnello,il nonno governatore del Bengala e la madre toscana,ecco perchè Stibbert ha deciso di lasciare in eredità alla città di Firenze,(dove la madre aveva fatto restaurare la villa Montughi)la sua vasta collezione di armi,armature,porcellane e tessuti.Nella prima sala sono esposte armature del medio oriente(Stibbert fu uno dei primi collezionisti).Passando nella sala successiva,oggetti archeologici come sproni da cavallo;al centro della sala,una figura equestre che rappresenta un cavaliere armato,con parti di armature originali.Stibbert amava colpire con effetti scenografici,ed è anche per questo che non si è limitato ad un attenzione particolare che ha avuto per le piastrelle metalliche e la maglia in ferro,con il quale il cavallo è protetto.Le pareti della sala sono tappezzate di quadri e armi in asta.La collezione islamica nella sala successiva è la sala che mi è piaciuta di piu,prorpio per quanto riguarda l'abbigliamento e l'armatura(meno rigida e piu colorata rispetto a quella orientale) ricca di decorazioni,stoffe,collane,bracciali e spille,insomma una decorazione dettagliata anche per quanto riguarda l'abito da battaglia. Il salone della cavalcata poi è molto scenografico,ed è composto da i primi quattro cavalieri islamici e gli altri europei.Entrando nella parte della casa,si notano alle pareti cuoi del 1600 e nel corridoio collezione di ceramiche europee,porcellane cinesi e giapponesi.In una saletta di passaggio fece applicare alle pareti,parti delle bandiere delle contrade di Siena,mentre al centro della sala un clavicembalo del 700 ancora funzionante.Un altra sala che suscita molto stupore è la Sala da Ballo;sulla parete un grande ritratto della madre Giulia e delle sue due sorelle.Il pavimento è in legno decorato cosi come il maestoso caminetto.Nello studio di Stibbert specchi e lampadari interamente decorati con vetro di murano.Salendo al piano superiore,tra i pezzi piu interessanti,l'abito e il mantello di Napoleone quando fu incoronato Re d'Italia nel 1805.La camera da letto di Stibbert(prima della morte della madre)adesso ospita una vasta collezione di tessuti.La camera da letto della mamma Giulia ha un arredo stile impero,il letto imponente sembra una grande culla.Infine un lungo corridoio di porcellane e ceramiche europee.Uscendo dalla villa un bellissimo parco,e un laghetto con tempietto in stile antico Egitto.
                                                                      
                                                                                                            JLENIA SERPA

martedì 19 marzo 2013

Visita al Museo Stibbert.

Nella mattina di martedì 19.03.2013 i miei compagni di corso ed io siamo andati a visitare il Museo Stibbert, situato sul colle Montughi di Firenze. 
Nonostante ci fossimo già informati su esso, leggendo dépliants turistici, cercando su internet, ultimando e riassumendo le letture dateci dalla nostra prof.ssa di Storia della Moda, Sara Piccolo Paci, essere al suo interno è stata un'emozione unica.
Bellissimo poter ammirare quest'immensa ricchezza raccolta nelle 40 sale del palazzo.
Man mano che esse si susseguivano il mio interesse, associato a grande entusiasmo, cresceva.
Mi ha colpita molto la minuziosa, meticolosa collezione basata principalmente sull'armeria europea, giapponese e medio orientale.
Si nota proprio che Frederick Stibbert, come suo nonno, era un collezionista pignolo, amante del costume.
Nelle tre sezioni di armeria, infatti, notiamo proprio un cambio di stili, accessori e ambientazioni che rispondono all'esigenza di voler far conoscere i vari tipi di guerra o gioco guerresco che si potevano affrontare e le varie tipologie di territorio in cui si poteva combattere.
Mi fa venire i brividi l'idea che quelle spade, quelle aste, quelle armature, in un lontano passato, possono essere state forgiate, maneggiate, innalzate, indossate da persone, da comuni mortali che per un credo, un forte ideale hanno immolato la propria vita.
Altra parte che mi ha affascinato durante il "vagare" attonita in quelle stanze riguarda la zona abitativa del museo.
Mi è piaciuto molto vedere i salotti, la sala da pranzo, la camera da letto, sia di Stibbert che di sua madre, con gli arredi originali.
Ho amato la "Sala da Ballo" con il suo mega camino in legno intarsiato, essa è affiancata da un'elegante "Salle Fumeurs" tutta rifinita in tasselli di ceramica, ogni angolo di quest'ultima ha una citazione sulla Morte e sulla Vita (quasi a beffa, o promemoria di chi in quel luogo potrebbe rilassarsi.)

Cit. : -"Un bel morir tutta la vita onora!"- Francesco Petrarca.

Inoltre per me, che sono una persona molto curiosa, è stato difficile trattenere l'impulso e non aprire gli stupendi, meravigliosi Scrigni e Secretaires, la maggior parte dei quali sono intagliati e intarsiati in foglia d'oro.
Splendide le porcellane.
Ho adorato tutto di questa casa-museo ma in particolar modo, se posso sbilanciarmi,  quello che mi ha attratto di più, portandomi in un'atmosfera parallela, facendomi distaccare dalla realtà, facendomi distendere è il grande giardino all'inglese che si sviluppa intorno.
Ho passeggiato lungo i viali alberati, mi sono seduta in una della tante panchine godendomi, dopo 2 settimane di pioggia incessante, i tiepidi raggi di sole.
Ho potuto visionare, non dico uno a uno, ma quasi, gli stemmi di casati diversi appesi alla parete destra della dimora.

Non avendo avuto la possibilità di usare la digitale all'interno della struttura, fuori mi sono sbizzarrita e ho dato sfogo alla mia mania di immortalare i piccoli, significativi momenti della quotidianità.

Non ho potuto fare a meno di passare davanti al laghetto e soffermarmi a evidenziare i particolari del tempietto egizio. Idea alquanto megalomane ma molto sofisticata.
E' stato un mini tour durato poco più di un'ora ma credo ne sia valsa la pena.
Uscita da quel luogo, per certi versi possiamo dire incantato e sospeso nel tempo, mi sono sentita una ragazza più arricchita, arricchita di sapere, che non guasta, né basta mai per essere persona completa e aperta di mente.



E poi c'è anche chi, desiderosa di vedere le cose più da vicino, vìola le regole e scavalca cancelli
:p ihihihihihihihih

Erica Piacenza.

venerdì 15 marzo 2013


Rivista “Il Carroccio” aprile 2010
articolo di Sara Piccolo Paci

Riassunto 1c
Sara Piccolo Paci collabora con la Commissione del palio di Legnano che si svolge tutti gli anni a fine maggio.La signora Paci ci racconta che è una soddisfazione vedere sfilare durante il corteo gli abiti ricreati da revocazioni storiche, che sono belli da vedere e indossare.
Ma cos’è davvero l’abito? l’abito è l’espressione esteriore e visibile di una persona,dei suoi rapporti con la società di cui fa parte e riflette l’opinione che gli altri hanno di lui. L’abito è un codice di segni di comunicazione non verbale.
Nel passato non c’era libertà di scegliere come vestirsi ma ogni categoria doveva vestirsi in un certo modo e il modo era deciso dalle leggi suntuarie.
Nei secoli il modo di vestirsi è cambiato e oggi si puo’ studiare la storia del costume che è in continua evoluzione.


mercoledì 13 marzo 2013

Lettura 2c - Collezionista e sognatore


Lettura 2c

Collezionista e sognatore

Situato sulla collina di Montughi, in una zona al di fuori dai consueti tour dei turisti, si trova il Museo Stibbert di Firenze.
Dopo un lungo periodo di stallo, finalmente grazie a nuove iniziative proposte dalla direttrice Kirsten Aschengreen Piacenti, in carica dal 1996, si è riusciti a portare di nuovo alla luce questo piccolo gioiello ricco di storia.
Si tratta infatti di un museo unico nel suo genere, dove si contano circa ventimila pezzi di eccezionale valore storico, artistico e culturale.


Sicuramente la più famosa è la vastissima collezione di armi ed armature, integrate con altrettanti accessori risalenti al XVI e XVII secolo. Vi sono inoltre numerosi capi d’abbigliamento originali e perfettamente conservati.

Tutto ebbe inizio con Sir Giles Stibbert, il quale essendo Generale dell’esercito della Compagnia delle Indie e Governatore del Bengala, e avendo quindi l’opportunità di viaggiare molto, iniziò a raccogliere oggetti appartenenti a diverse culture, soprattutto dell’Oriente. In seguito, suo nipote Frederick Stibbert decise di continuare ad ampliare questa splendida collezione viaggiando in tutto il mondo e facendo conoscenza con grandi personaggi.
Frederick aveva un forte interesse soprattutto verso la cultura e le tradizioni degli antichi Giapponesi, infatti ancora oggi esiste una sezione composta da circa 1800 pezzi tra armi, armature da samurai, vasi, pannelli ricamati e kimono.
Nel 1997 è stata organizzata una mostra nella Sala d’Arme a Palazzo Vecchio intitolata appunto “Tra Oriente e Occidente – Cento armi dal Museo Stibbert”. In questa mostra vennero esposte anche numerose armature islamiche, molto particolari per la loro flessibilità e leggerezza. Queste armature sono concentrate nella Sala Islamica dove possiamo notare una delle più affascinanti caratteristiche del museo, ovvero l’ambientazione.
Frederick Stibbert cercava infatti di ricostruire il passato raccogliendo oggetti da tutto il mondo.
Inoltre la sua ricchezze gli permise di raccogliere una notevole quantità di abiti sia maschili che femminili sui quali è stata organizzata la mostra “L’Abito per il corpo, il Corpo per l’Abito – Islam e Occidente a confronto”. Tra gli oggetti più sensazionali possiamo ricordare il petit habit di Napoleone I, che indossava in occasione della sua incoronazione a Re d’Italia.
La casa-museo di Stibbert negli anni 80 dell’Ottocento vantava delle visite di personaggi illustri del periodo, tra i quali possiamo citare Oscar Wilde, Telemaco Signorini, Gabriele D’Annunzio e addirittura la Regina Vittoria.




Oltre alla passione per il Giappone, Stibbert aveva un forte interesse anche nei confronti dell’antico Egitto, e per sfogare una sorta di “capriccio” decise di far addirittura costruire una sorta di tempietto con lago nel giardino della villa.



Simbolo del Museo è senza dubbio la Sala della Cavalcata, dove sono esposti cavalieri e destrieri indossanti armature del XV e XVI secolo. In questo salone si trovano anche i resti dell’armatura funebre di Giovanni dalle Bande Nere, padre del Duca di Firenze Cosimo I.
Il Museo Stibbert è quindi un luogo dove si può respirare un atmosfera quasi fiabesca, tra cavalieri e ambientazioni molto suggestive che sembrano trasportare il visitatore in un’altra epoca.



Laura Pastacaldi

martedì 12 marzo 2013

Riassunto LETTURA 1b.


Vestirsi. - Spogliarsi. - Travestirsi.


Come. - Quando. - Perché.

 

Il vestito è innanzitutto un elemento fondamentale della cultura di appartenenza.

La sua visibililità ai nostri occhi fornisce notizie importanti riguardo la civiltà e la persona che lo indossa, lo porta.

Spesso però, proprio per la sua visibilità, siamo caduti nell'errore di fraintendere la sua autentica funzione, cioè quella di:

  •  Carta di identità di colui che lo mette;  

  • Messaggio sociale che determina svariati comportamenti e atteggiamenti;

  • Messaggio di condizioni liminari o di impurità;

  • Messaggio di solennità rituali;

  • Messaggio di particolari attività o specializzazioni. 
Entro quest'ottica tutto acquisisce significato.
Ogni minimo ornamento o appendice del vestito stesso acquista un valore simbolico, un valore preciso.

Oggi il vestito, il costume tradizionale sta entrando nel grande circuito della moda svuotandosi però, sempre di più, del suo significato sociale e perdendo gran parte delle sue attrattive.

Noi occidentali, fin dai tempi della conquista e della colonizzazione, abbiamo forzatamente ricoperto con i nostri indumenti i primitivi "ignudi."

Abbiamo sempre guardato i popoli stranieri con occhio critico e con una visone etnocentrica che tende a porre in risalto soprattutto (o soltanto) la diversità nei caratteri fisici e nel costume.

In quest'ottica non sorprende che il mondo sconosciuto, o che si andava allora discoprendo, si popoli di "mostri" e che la presenza o meno di vestiario costituisca un metro di giudizio assoluto. Quanto più il vestiario altrui è diverso dal proprio tanto più scatta il giudizio deformante e si pensa che coloro semi nudi o totalmente nudi siano privi di PUDORE, abbiano assenze, mancanze, carenze non soltanto di esso.

L'abbigliamento tradizionale è stato più o meno completamente cancellato dai massicci processi di acculturizzazione e questi hanno fatto mutare sostanzialmente il quadro originale della cultura di appartenenza. 


" .. So did our days change their attire
from hides of leopard skin
to prints of false lion
that falls in tatters
like the wings of whipped butterflies .. "
(Cit. breve del poeta camerunese Mbella Sonne Dipoko.) 


Questi versi riassumono nella loro brevità il problema del vestirsi, spogliarsi, travestirsi tra i vari popoli di interesse etnologico.

Al di là del fenomeno della moda, quasi per abitudine, noi pensiamo che il vestirsi abbia solamente una duplice funzione:
  • quella di protezione contro i rigori del clima;
  • quella di copertura di parti del nostro corpo che il pudore vuole assolutamente nascoste.  
Tutti gli elementi decorativi e/o preziosi li definiamo ornamenti aggiuntivi.

Noi giudichiamo il costume altrui basandoci su questi criteri, basandoci sui nostri metri di paragone, senza tenere conto delle diversità climatiche e senza tenere conto che il concetto e il senso di pudore cambiano di luogo in luogo, di paese in paese e non è poi così tanto comune.
Infatti, non ovunque il pudore interessa le stesse parti del corpo umano.

Gli Eschimesi sono da prendere a modello per la funzione del vestito intesa non più solo come protezione contro il freddo e del senso comune del pudore.

Caratteristiche culturali della società eschimese:

Si tratta di una cultura lungamente vissuta nell'isolamento pressoché totale, con assenza di fondamentali materie prime (es alberi, vegetali in genere) ma con geniale e totale sfruttamento di tutte le altre disponibili,
basata sulla caccia in ambiente artico, acefala (senza lingua) ed egualitaria.
I costumi sessuali sono liberissimi sia prima che dopo il matrimonio: 
poliandria temporanea (prestito e scambio delle mogli) poliginia (avere due o più mogli) .
I processi di acculturizzazione non sono stati cosi massicci e distruttivi come altrove, tant'è vero che questa civiltà mostra la sopravvivenza di numerosi aspetti caratteristici della cultura tradizionale, nonostante l'inevitabile moderinazzazione dovuta alla situazione di contatto.

Descrizione dettagliata del Costume tradizionale basata su valide fonti (K.Briket-Smith - 1937 -)

Concludendo la lettura in dettaglio sull'abbigliamento tradizionale eschimese possiamo affermare che:
  1.  Ci sono differenze tra il costume maschile e quello femminile;
  2. C'è un unico costume per i due sessi prima della crisi puberale;
  3.  Ci sono tratti caratteristici che differenzano lo sciamano, uomo saggio dotato di grande spirito e poteri ultraterreni: cintura (con le sue appendici simili ad un ex voto), fascia frontale di pelle di foca imbiancata artificialmente, da cui pende una borsettina contenente uno speciale amuleto. "Travestimento" da orso polare per mettersi in contatto con lo spirito dell'animale; maschere;
  4.  Notiamo un'ostentazione di ricchezza nel costume dell'umealiq (proprietario dell'imbarcazione che permette di andare a pesca) e della moglie, non solo nelle occasioni particolari come la caccia ma anche durante la vita quotidiana;
  5. C'è un costume "prescritto" ,  se non "obbligatorio", per la caccia alla foca, alla balena e al caribu;
  6. C'è un costume festivo cerimoniale, le cui varianti stanno soprattutto nei particolari. Esso viene usato per la Festa dei Messaggeri e per la festa della balena;
  7. Esiste un cambio delle vesti dopo attività e/o condizioni fisico/sociali contaminanti o liminari (es preparazione del cadavere, mestruazioni, parto, caccia), in pratica tutte le volte che entrano a contatto diretto col sangue o con la morte hanno un cambio di vesti; 
  8. Altresì c'è un divieto di cambiarsi in certi periodi o attività come caccia alla balena.   
   
La lunga analisi dell'abbigliamento eschimese ha lo scopo di dimostrare che l'abbigliamento stesso rientra nella sfera dei sistemi di comunicazione, in quanto lo stesso corpo è un organo di comunicazione.

Il vestiario, strettamente connesso al corpo umano, convoglia un messaggio immediato, in quanto visibile.

Il vestiario ci fa capire il sesso di appartenenza dell'individuo, l'età, lo status sociale, le condizioni fisiologiche dello stesso, l'attività permanente o temporanea che esso svolge, l'occasione festiva, luttuosa o liminare, singola o di gruppo, che richiede un particolare costume, il rapporto economico sociale tra i vari portatori di quel determinato gruppo.
Quindi il vestiario ha una funzione prevalentemente sociale, economico sociale, magico religiosa anzichè solo morale e di protezione contro il clima e l'ambiente naturale.

Erica Piacenza.