martedì 12 marzo 2013

Riassunto LETTURA 1b.


Vestirsi. - Spogliarsi. - Travestirsi.


Come. - Quando. - Perché.

 

Il vestito è innanzitutto un elemento fondamentale della cultura di appartenenza.

La sua visibililità ai nostri occhi fornisce notizie importanti riguardo la civiltà e la persona che lo indossa, lo porta.

Spesso però, proprio per la sua visibilità, siamo caduti nell'errore di fraintendere la sua autentica funzione, cioè quella di:

  •  Carta di identità di colui che lo mette;  

  • Messaggio sociale che determina svariati comportamenti e atteggiamenti;

  • Messaggio di condizioni liminari o di impurità;

  • Messaggio di solennità rituali;

  • Messaggio di particolari attività o specializzazioni. 
Entro quest'ottica tutto acquisisce significato.
Ogni minimo ornamento o appendice del vestito stesso acquista un valore simbolico, un valore preciso.

Oggi il vestito, il costume tradizionale sta entrando nel grande circuito della moda svuotandosi però, sempre di più, del suo significato sociale e perdendo gran parte delle sue attrattive.

Noi occidentali, fin dai tempi della conquista e della colonizzazione, abbiamo forzatamente ricoperto con i nostri indumenti i primitivi "ignudi."

Abbiamo sempre guardato i popoli stranieri con occhio critico e con una visone etnocentrica che tende a porre in risalto soprattutto (o soltanto) la diversità nei caratteri fisici e nel costume.

In quest'ottica non sorprende che il mondo sconosciuto, o che si andava allora discoprendo, si popoli di "mostri" e che la presenza o meno di vestiario costituisca un metro di giudizio assoluto. Quanto più il vestiario altrui è diverso dal proprio tanto più scatta il giudizio deformante e si pensa che coloro semi nudi o totalmente nudi siano privi di PUDORE, abbiano assenze, mancanze, carenze non soltanto di esso.

L'abbigliamento tradizionale è stato più o meno completamente cancellato dai massicci processi di acculturizzazione e questi hanno fatto mutare sostanzialmente il quadro originale della cultura di appartenenza. 


" .. So did our days change their attire
from hides of leopard skin
to prints of false lion
that falls in tatters
like the wings of whipped butterflies .. "
(Cit. breve del poeta camerunese Mbella Sonne Dipoko.) 


Questi versi riassumono nella loro brevità il problema del vestirsi, spogliarsi, travestirsi tra i vari popoli di interesse etnologico.

Al di là del fenomeno della moda, quasi per abitudine, noi pensiamo che il vestirsi abbia solamente una duplice funzione:
  • quella di protezione contro i rigori del clima;
  • quella di copertura di parti del nostro corpo che il pudore vuole assolutamente nascoste.  
Tutti gli elementi decorativi e/o preziosi li definiamo ornamenti aggiuntivi.

Noi giudichiamo il costume altrui basandoci su questi criteri, basandoci sui nostri metri di paragone, senza tenere conto delle diversità climatiche e senza tenere conto che il concetto e il senso di pudore cambiano di luogo in luogo, di paese in paese e non è poi così tanto comune.
Infatti, non ovunque il pudore interessa le stesse parti del corpo umano.

Gli Eschimesi sono da prendere a modello per la funzione del vestito intesa non più solo come protezione contro il freddo e del senso comune del pudore.

Caratteristiche culturali della società eschimese:

Si tratta di una cultura lungamente vissuta nell'isolamento pressoché totale, con assenza di fondamentali materie prime (es alberi, vegetali in genere) ma con geniale e totale sfruttamento di tutte le altre disponibili,
basata sulla caccia in ambiente artico, acefala (senza lingua) ed egualitaria.
I costumi sessuali sono liberissimi sia prima che dopo il matrimonio: 
poliandria temporanea (prestito e scambio delle mogli) poliginia (avere due o più mogli) .
I processi di acculturizzazione non sono stati cosi massicci e distruttivi come altrove, tant'è vero che questa civiltà mostra la sopravvivenza di numerosi aspetti caratteristici della cultura tradizionale, nonostante l'inevitabile moderinazzazione dovuta alla situazione di contatto.

Descrizione dettagliata del Costume tradizionale basata su valide fonti (K.Briket-Smith - 1937 -)

Concludendo la lettura in dettaglio sull'abbigliamento tradizionale eschimese possiamo affermare che:
  1.  Ci sono differenze tra il costume maschile e quello femminile;
  2. C'è un unico costume per i due sessi prima della crisi puberale;
  3.  Ci sono tratti caratteristici che differenzano lo sciamano, uomo saggio dotato di grande spirito e poteri ultraterreni: cintura (con le sue appendici simili ad un ex voto), fascia frontale di pelle di foca imbiancata artificialmente, da cui pende una borsettina contenente uno speciale amuleto. "Travestimento" da orso polare per mettersi in contatto con lo spirito dell'animale; maschere;
  4.  Notiamo un'ostentazione di ricchezza nel costume dell'umealiq (proprietario dell'imbarcazione che permette di andare a pesca) e della moglie, non solo nelle occasioni particolari come la caccia ma anche durante la vita quotidiana;
  5. C'è un costume "prescritto" ,  se non "obbligatorio", per la caccia alla foca, alla balena e al caribu;
  6. C'è un costume festivo cerimoniale, le cui varianti stanno soprattutto nei particolari. Esso viene usato per la Festa dei Messaggeri e per la festa della balena;
  7. Esiste un cambio delle vesti dopo attività e/o condizioni fisico/sociali contaminanti o liminari (es preparazione del cadavere, mestruazioni, parto, caccia), in pratica tutte le volte che entrano a contatto diretto col sangue o con la morte hanno un cambio di vesti; 
  8. Altresì c'è un divieto di cambiarsi in certi periodi o attività come caccia alla balena.   
   
La lunga analisi dell'abbigliamento eschimese ha lo scopo di dimostrare che l'abbigliamento stesso rientra nella sfera dei sistemi di comunicazione, in quanto lo stesso corpo è un organo di comunicazione.

Il vestiario, strettamente connesso al corpo umano, convoglia un messaggio immediato, in quanto visibile.

Il vestiario ci fa capire il sesso di appartenenza dell'individuo, l'età, lo status sociale, le condizioni fisiologiche dello stesso, l'attività permanente o temporanea che esso svolge, l'occasione festiva, luttuosa o liminare, singola o di gruppo, che richiede un particolare costume, il rapporto economico sociale tra i vari portatori di quel determinato gruppo.
Quindi il vestiario ha una funzione prevalentemente sociale, economico sociale, magico religiosa anzichè solo morale e di protezione contro il clima e l'ambiente naturale.

Erica Piacenza.






 


 




  

Nessun commento:

Posta un commento