mercoledì 13 marzo 2013

Lettura 2c - Collezionista e sognatore


Lettura 2c

Collezionista e sognatore

Situato sulla collina di Montughi, in una zona al di fuori dai consueti tour dei turisti, si trova il Museo Stibbert di Firenze.
Dopo un lungo periodo di stallo, finalmente grazie a nuove iniziative proposte dalla direttrice Kirsten Aschengreen Piacenti, in carica dal 1996, si è riusciti a portare di nuovo alla luce questo piccolo gioiello ricco di storia.
Si tratta infatti di un museo unico nel suo genere, dove si contano circa ventimila pezzi di eccezionale valore storico, artistico e culturale.


Sicuramente la più famosa è la vastissima collezione di armi ed armature, integrate con altrettanti accessori risalenti al XVI e XVII secolo. Vi sono inoltre numerosi capi d’abbigliamento originali e perfettamente conservati.

Tutto ebbe inizio con Sir Giles Stibbert, il quale essendo Generale dell’esercito della Compagnia delle Indie e Governatore del Bengala, e avendo quindi l’opportunità di viaggiare molto, iniziò a raccogliere oggetti appartenenti a diverse culture, soprattutto dell’Oriente. In seguito, suo nipote Frederick Stibbert decise di continuare ad ampliare questa splendida collezione viaggiando in tutto il mondo e facendo conoscenza con grandi personaggi.
Frederick aveva un forte interesse soprattutto verso la cultura e le tradizioni degli antichi Giapponesi, infatti ancora oggi esiste una sezione composta da circa 1800 pezzi tra armi, armature da samurai, vasi, pannelli ricamati e kimono.
Nel 1997 è stata organizzata una mostra nella Sala d’Arme a Palazzo Vecchio intitolata appunto “Tra Oriente e Occidente – Cento armi dal Museo Stibbert”. In questa mostra vennero esposte anche numerose armature islamiche, molto particolari per la loro flessibilità e leggerezza. Queste armature sono concentrate nella Sala Islamica dove possiamo notare una delle più affascinanti caratteristiche del museo, ovvero l’ambientazione.
Frederick Stibbert cercava infatti di ricostruire il passato raccogliendo oggetti da tutto il mondo.
Inoltre la sua ricchezze gli permise di raccogliere una notevole quantità di abiti sia maschili che femminili sui quali è stata organizzata la mostra “L’Abito per il corpo, il Corpo per l’Abito – Islam e Occidente a confronto”. Tra gli oggetti più sensazionali possiamo ricordare il petit habit di Napoleone I, che indossava in occasione della sua incoronazione a Re d’Italia.
La casa-museo di Stibbert negli anni 80 dell’Ottocento vantava delle visite di personaggi illustri del periodo, tra i quali possiamo citare Oscar Wilde, Telemaco Signorini, Gabriele D’Annunzio e addirittura la Regina Vittoria.




Oltre alla passione per il Giappone, Stibbert aveva un forte interesse anche nei confronti dell’antico Egitto, e per sfogare una sorta di “capriccio” decise di far addirittura costruire una sorta di tempietto con lago nel giardino della villa.



Simbolo del Museo è senza dubbio la Sala della Cavalcata, dove sono esposti cavalieri e destrieri indossanti armature del XV e XVI secolo. In questo salone si trovano anche i resti dell’armatura funebre di Giovanni dalle Bande Nere, padre del Duca di Firenze Cosimo I.
Il Museo Stibbert è quindi un luogo dove si può respirare un atmosfera quasi fiabesca, tra cavalieri e ambientazioni molto suggestive che sembrano trasportare il visitatore in un’altra epoca.



Laura Pastacaldi

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