Lettura 2c
Collezionista e
sognatore
Situato
sulla collina di Montughi, in una zona al di fuori dai consueti tour dei
turisti, si trova il Museo Stibbert di Firenze.
Dopo
un lungo periodo di stallo, finalmente grazie a nuove iniziative proposte
dalla direttrice Kirsten Aschengreen Piacenti, in carica dal 1996, si è
riusciti a portare di nuovo alla luce questo piccolo gioiello ricco di storia.
Si
tratta infatti di un museo unico nel suo genere, dove si contano circa
ventimila pezzi di eccezionale valore storico, artistico e culturale.
Tutto
ebbe inizio con Sir Giles Stibbert,
il quale essendo Generale dell’esercito della Compagnia delle Indie e
Governatore del Bengala, e avendo quindi l’opportunità di viaggiare molto,
iniziò a raccogliere oggetti appartenenti a diverse culture, soprattutto
dell’Oriente. In seguito, suo nipote Frederick
Stibbert decise di continuare ad ampliare questa splendida collezione
viaggiando in tutto il mondo e facendo conoscenza con grandi personaggi.
Frederick
aveva un forte interesse soprattutto verso la cultura e le tradizioni degli
antichi Giapponesi, infatti ancora
oggi esiste una sezione composta da circa 1800 pezzi tra armi, armature da
samurai, vasi, pannelli ricamati e kimono.
Nel
1997 è stata organizzata una mostra nella Sala d’Arme a Palazzo Vecchio
intitolata appunto “Tra Oriente e Occidente – Cento armi dal Museo Stibbert”.
In questa mostra vennero esposte anche numerose armature islamiche, molto
particolari per la loro flessibilità e leggerezza. Queste armature sono
concentrate nella Sala Islamica dove
possiamo notare una delle più affascinanti caratteristiche del museo, ovvero
l’ambientazione.
Frederick
Stibbert cercava infatti di ricostruire il passato raccogliendo oggetti da
tutto il mondo.
Inoltre
la sua ricchezze gli permise di raccogliere una notevole quantità di abiti sia
maschili che femminili sui quali è stata organizzata la mostra “L’Abito per il
corpo, il Corpo per l’Abito – Islam e Occidente a confronto”. Tra gli oggetti
più sensazionali possiamo ricordare il petit habit di Napoleone I, che
indossava in occasione della sua incoronazione a Re d’Italia.
La
casa-museo di Stibbert negli anni 80 dell’Ottocento vantava delle visite di
personaggi illustri del periodo, tra i quali possiamo citare Oscar Wilde,
Telemaco Signorini, Gabriele D’Annunzio e addirittura la Regina Vittoria.
Oltre
alla passione per il Giappone, Stibbert aveva un forte interesse anche nei
confronti dell’antico Egitto, e per
sfogare una sorta di “capriccio” decise di far addirittura costruire una sorta
di tempietto con lago nel giardino della villa.
Simbolo
del Museo è senza dubbio la Sala della
Cavalcata, dove sono esposti cavalieri
e destrieri indossanti armature del XV e XVI secolo. In questo salone si
trovano anche i resti dell’armatura funebre di Giovanni dalle Bande Nere, padre del Duca di Firenze Cosimo I.
Il
Museo Stibbert è quindi un luogo dove si può respirare un atmosfera quasi
fiabesca, tra cavalieri e ambientazioni molto suggestive che sembrano
trasportare il visitatore in un’altra epoca.
Laura Pastacaldi
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