Nonostante ci fossimo già informati su esso, leggendo dépliants turistici, cercando su internet, ultimando e riassumendo le letture dateci dalla nostra prof.ssa di Storia della Moda, Sara Piccolo Paci, essere al suo interno è stata un'emozione unica.
Bellissimo poter ammirare quest'immensa ricchezza raccolta nelle 40 sale del palazzo.
Man mano che esse si susseguivano il mio interesse, associato a grande entusiasmo, cresceva.
Mi ha colpita molto la minuziosa, meticolosa collezione basata principalmente sull'armeria europea, giapponese e medio orientale.
Si nota proprio che Frederick Stibbert, come suo nonno, era un collezionista pignolo, amante del costume.
Nelle tre sezioni di armeria, infatti, notiamo proprio un cambio di stili, accessori e ambientazioni che rispondono all'esigenza di voler far conoscere i vari tipi di guerra o gioco guerresco che si potevano affrontare e le varie tipologie di territorio in cui si poteva combattere.
Mi fa venire i brividi l'idea che quelle spade, quelle aste, quelle armature, in un lontano passato, possono essere state forgiate, maneggiate, innalzate, indossate da persone, da comuni mortali che per un credo, un forte ideale hanno immolato la propria vita.
Altra parte che mi ha affascinato durante il "vagare" attonita in quelle stanze riguarda la zona abitativa del museo.
Mi è piaciuto molto vedere i salotti, la sala da pranzo, la camera da letto, sia di Stibbert che di sua madre, con gli arredi originali.
Ho amato la "Sala da Ballo" con il suo mega camino in legno intarsiato, essa è affiancata da un'elegante "Salle Fumeurs" tutta rifinita in tasselli di ceramica, ogni angolo di quest'ultima ha una citazione sulla Morte e sulla Vita (quasi a beffa, o promemoria di chi in quel luogo potrebbe rilassarsi.)
Cit. : -"Un bel morir tutta la vita onora!"- Francesco Petrarca.
Inoltre per me, che sono una persona molto curiosa, è stato difficile trattenere l'impulso e non aprire gli stupendi, meravigliosi Scrigni e Secretaires, la maggior parte dei quali sono intagliati e intarsiati in foglia d'oro.
Splendide le porcellane.
Ho adorato tutto di questa casa-museo ma in particolar modo, se posso sbilanciarmi, quello che mi ha attratto di più, portandomi in un'atmosfera parallela, facendomi distaccare dalla realtà, facendomi distendere è il grande giardino all'inglese che si sviluppa intorno.
Ho passeggiato lungo i viali alberati, mi sono seduta in una della tante panchine godendomi, dopo 2 settimane di pioggia incessante, i tiepidi raggi di sole.
Ho potuto visionare, non dico uno a uno, ma quasi, gli stemmi di casati diversi appesi alla parete destra della dimora.
Non avendo avuto la possibilità di usare la digitale all'interno della struttura, fuori mi sono sbizzarrita e ho dato sfogo alla mia mania di immortalare i piccoli, significativi momenti della quotidianità.
Non ho potuto fare a meno di passare davanti al laghetto e soffermarmi a evidenziare i particolari del tempietto egizio. Idea alquanto megalomane ma molto sofisticata.
E' stato un mini tour durato poco più di un'ora ma credo ne sia valsa la pena.
Uscita da quel luogo, per certi versi possiamo dire incantato e sospeso nel tempo, mi sono sentita una ragazza più arricchita, arricchita di sapere, che non guasta, né basta mai per essere persona completa e aperta di mente.
E poi c'è anche chi, desiderosa di vedere le cose più da vicino, vìola le regole e scavalca cancelli
:p ihihihihihihihih
Erica Piacenza.
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