recensione Picci Giada
La collezione di calzature, di cui si avvale il museo, documenta l'intero arco di attività di Salvatore Ferragamo, dal suo ritorno in Italia nel 1927 fino al 1960, anno della morte, mettendo in luce la capacità tecnica ed artistica di Salvatore, che attraverso la scelta dei colori, la fantasia dei modelli e la sperimentazione dei materiali seppe offrire un contributo fondamentale allo sviluppo e all'affermazione del "Made in Italy".
Alcuni modelli dimostrano il rapporto di Salvatore Ferragamo con gli artisti dell'epoca, come il pittore futurista Lucio Venna, autore di alcuni bozzetti pubblicitari e della nota etichetta delle
calzature Ferragamo; altri provano la continua ricerca della perfetta calzata e l'invenzione di particolari costruzioni e di materiali, dalla celebre 'zeppa' di sughero, brevettata nel 1936 e subito copiata in tutto il mondo: intersuola e tacco a strati di sughero ricoperti di camoscio in vari colori,proprio come un arcobaleno.Questa zeppa a sandalo fu realizzata per la famosa attrice Judy Garland. Vi sono, calzature famose per essere state create per le star di Hollywood, come Marilyn Monroe, Greta Garbo, Audrey Hepburn.
Ferragamo per le celebrità creava il calco del loro piede e lo faceva diventare un modello di legno che utilizzava per creare scarpe su misura.
La collezione presente nel museo è arricchita anche dalla produzione di calzature successiva alla morte di Salvatore Ferragamo fino ai giorni nostri. Ogni anno, infatti, alcuni modelli rappresentativi della stagione entrano a far parte dell'archivio Salvatore Ferragamo, da cui il museo attinge per le su esposizioni.
Il museo Salvatore Ferregamo si trova a palazzo Spini Feroni e nel 1995 ampliò i propri spazi trasferendosi nel basamento del palazzo,in quelle sale che ancora testimoniano l'origine medievale dell'edificio.Il palazzo fu costruito sotto commissione di Geri Spini, banchiere del Papa Bonifacio ottavo,che lo volle far costruire per la sua famiglia e il suo desiderio era una casa piu' grande sulla riva destra dell'Arno.
Ferragamo era partito per gli Stati Uniti nel 1914, poco piu' che ragazzo, in cerca di fortuna e faceva rientro nel suo paese,l’Italia, carico di fama e con il soprannome di calzolaio delle dive. Vantava di un negozio ad Hollywood frequentato dalle attrici del cinema.Le sue calzature,pezzi unici di alto artigianato, erano pagate prezzi da capogiro e pubblicate sulle riviste di moda piu' importanti dell'epoca. Per nostalgia della famiglia,per necessità di trovare esperti artigiani calzolai in grado di esaudire le numerose richieste, Salvatore decise di far rientro in Italia. Decise di impiantare la sua attività a Firenze perchè la città rappresentava nel mondo il simbolo dell'eccellenza italiana,della cultura,dell'arte della creatività artigiana.Aprì inizialmente un piccolo laboratorio in via Mannelli nell'immediata periferia e solo dieci anni dopo nel 1929 nonostante la crisi del dollaro fu in grado di trasferirsi nel cuore della città a Palazzo Spini Feroni che nel 1938 diventò di sua proprietà.
Nel 1998 è stata progettata una mostra sulla fortuna del mito di Cenerentola nella storia del cinema, della letteratura e della musica. Nel 1999 il soggetto della mostra fu Audrey Hapburn per la sua eleganza e il suo stile. Nel 2004 sono stati esibiti al museo quasi 400 brevetti realizzati da Ferragamo nell’arco nella sua vita, che dimostrano come per Salvatore la scarpa fosse piu' che un accessorio ma un campo dove sperimentare nuove tecnologie e costruzioni.
Ferragamo amava il colore e ne fa il protagonista. Perchè il colore? Il colore è vita,simbolo della comunicazione. Dei diecimila modelli conservati nel museo, per lui non un colore ma l'uso dei colori, è stato sin dalle origini una caratteristica del suo stile. La sua tavolozza predilige colori forti e decisi con i quali rompe la tradizione di bianchi neri marroni di fine secolo. Modelli ideati dagli anni 20 ai 50 del novecento.
Il piede è l'epicentro naturale sia per mostrare la sessualità che lo stato sociale.
Mi sono piaciute molto le teche all'entrata dove esposte si possono ammirare scarpe dipinte a mano, come lo stivaletto in tela dipinta a motivo di paesaggio realizzato negli anni 30: la bellezza e il fascino di queste scarpe sta nell’ aver dipinto dei cerbiatti in una distesa di erba e alberi.
Anche Ferragamo si è ispirato in alcune sue tipologie di scarpe all'oriente...
Merletti, tomaie in rafie colorate lavorate all'uncinetto o cellofan, tacchi formati da tappi di sughero,suole in canapa naturale e cuoio e ancora seta,perline, la carta per le caramelle, adottate durante il periodo della Seconda Guerra mondiale....una vera e propria varietà di materiali.
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