giovedì 9 maggio 2013





Museo Stibbert



La famiglia Stibbert, originaria del Norfolk, si stabilì in Italia dopo una scelta assunta dal padre famiglia, Thomas Stibbert, reduce combattente delle campagne antinapoleoniche. La famiglia vantava di madre toscana, motivo per il quale la casata Stibbert decise di prendere dimore a Firenze; in questa città d'arte nacque il figlio, Friederick Stibbert (1838-1906), futuro collezionista e mecenate. Friederick crebbe in un ambiente multiculturale e ricevette un'educazione multietnica: la sua formazione comprese i tre patrimoni conoscitivi familiari, quello inglese, italiano ed indiano. Fu probabilmente in questo
clima intellettuale che sviluppò il suo interesse per l'arte, la                                                                                                                                                                    Friederick Stibbert
storia e la letteratura. Ciascun membro maschile della famiglia era impiegato nella carriera militare: il padre era colonnello delle pretigiose Coldtream Guards, il nonno invece governatore generale del Bengala (Friederick partecipò in prima persona nelle Guide di Garibaldi per la campagna del Trentino e si attesta che tale arruolamento fu l'unico contributo diretto alla tradizione bellica della famiglia). Pertanto Stibbert, cresciuto in un ambiente pressochè militare, fin dalla prima gioventù manifestò un notevole interesse verso il mondo guerriero e delle armi. Raggiunta la maggiore età Friederick ottenne in eredità un cospicuo patrimonio alla cura del quale fu dedito lungo l'intero corso della sua vita. Egli fu capace di incrementare tale capitale con abili operazioni finanziarie. Stibbert consacrò dunque il suo soggiorno terrestre all'accudimento e all'ampliamento della sua eredità, patrimonio che constatava innumerevoli oggetti d'arte di inestimabile prestigio; poi tramite le sue facoltà di abile finanziere, le sue qualità di viaggiatore e osservatore, prestigioso collezionista e amante d'arte incrementò durante tutta la sua vita la sua raccolta di oggetti. Il suo obiettivo era pertanto quello di trasformare la sua residenza, la villa di Montughi, in un museo, o più correttamente nel 'mio museo che mi costa ingenti somme di denaro, tante cure e fatiche', come egli stesso affermò. Per salvaguardare il museo alla sua morte decise di destinarlo alla città di Firenze. Anzitutto è opportuno asserire che il museo è uno delle più importanti testimonianze di eclettismo ottocentesco; la villa in primis è essa stessa un interessante esempio dello stile ottocentesco e vantò la collaborazione di alcuni dei migliori e famosi artisti fiorentini dell'epoca (si attesta l'intervento di
 
 

Giuseppe Poggi, Augusto Passaglia, Gaetano Bianchi, Annibale Gatti). La collezione stibbertiana consta di più di 50 mila pezzi d'arte, motivo per il quale il
                                            Villa di Montughi, Museo Stibbert, Florence.
museo è considerato il più importante esempio di museografia ottocentesca. Gli ambienti sono allestiti in modo evocativo e indubbiamente la dimora è uno dei più grandi esemplari di casa-museo. La sezione più elaborata della collezione è quella dedicata alle armature, singolare per la ricchezza, l'unicità, particolarità e scenografia d'esposizione. Gli articoli bellici dispongono di numerose sale di illustrazione e sono collocati in modo apposito e ordinato al fine di rievocare l'immagine di un corteo di cavalieri; ogni pezzo è posizionato con intenzionalità e con una logica.

Gli armamenti risalgono per lo più al Cinque e Seicento e appartengono a guerrieri europei, islamici e giapponesi. L'armeria europea conta svariate armature ed armi bianche e da fuoco; essa mostra anche pezzi archeologici bellici ed esemplari ottocenteschi. Le armature provengono prevalentemente dall'Italia, Francia e Germania e risultano essere armature da guerra o di impiego per gioco guerresco. Le armi islamiche sono esposte in due sale e sono appartenenti a soldati del Vicino e Medio Oriente musulmano.



La Sala della Cavalcata, Museo Stibbert.

Tre sale sono invece dedicate all'armeria giapponese; la raccolta vanta circa 95 armature complete, 200 elmi, innumerevoli armi e altri accessori ed indumenti orientali. Gli oggetti risalgono a periodi che vanno dal Cinque all'Ottocento.         
 
 
 
 
                                                                  Armatura orientale, Museo Stibbert.

Nelle sale dedicate all'Oriente ci sono numerose oggetti di derivazione persiana, turca, egiziana ed infine indiana. Ciascuna sala presenta un arredamento consono agli oggetti esposti; per esempio la sala della Cavalcata Islamica esibisce pareti bianche con decori orientali. Le armature e gli oggetti si contraddistinguono da quelli europei poiché presentano un'elevata attenzione ai dettagli, tipo le decorazioni
 
Armatura europea, Museo Stibbert.

geometriche ed i richiami alle immagini e religioni tradizionali.

Le pareti della villa sono pressochè interamente tappezzate da dipinti e quadreria varia; tra queste opere si segnalano dipinti di Sandro Botticelli. La quadreria è caratterizzata principalmente da ritratti in costume che rappresentano una grande testimonianza che documenta la civiltà e la realtà

Esempio di quadreria e mobilio, Museo Stibbert.

militare dei secoli XVI,XVI,XVIII. I dipinti di maggior rilievo sono: la Madonna di A.Allori, una Madonna di Botticelli, due Santi del Crivelli. Oltre alle armature e ai dipinti la dimora-museo vanta inoltre di mobilio di grande pregio antico, numerosi cassoni, vetrine e tavoli.

Davvero particolari sono anche le tappezzerie in cuoio, tessuti ricamati, bandiere ed arazzi.

Il museo consta di innumerevoli collezioni di ceramiche e porcellane.

In queste sale espositive si riscontra un'elevata logica di arredamento e disposizione; ogni singolo spazio è occupato i

| Vaso in porcellana, Museo Stibbert.

nteramente da arazzi, quadri,

oggetti d'arte, lampadari preziosi e pezzi di

mobilio. Il museo è anche sede di collezione

Esempio di tappezzeria ed arredamento, Museo Stibbert.

di costumi europei ed orientali, per esempio sono mostrati indumenti cinesi, giapponesi e coreani. E' conservato persino l'abito di Napoleone I, verso il quale Stibbert nutriva molto interesse e curiosità; l'abito è quello che l'imperatore indossò durante l'incoronazione al regno. Una parte dell'edificio accoglie invece i lussuosi e sfarzosi appartamenti privati della famiglia Stibbert arredati con eleganza e meticolosità da oggetti d'arte e di vita quotidiana. La casa-museo rappresenta una sintesi dei valori
                                                                                                                                                     Abito di Napoleone, Museo Stibbert.
culturali tipicamente romantici ed ottocenteschi: attenzione per il passato, esaltazione dell'arte e interesse ed attrazione per l'esotico. Il parco esterno che costeggia la villa esibisce lo stesso gusto eclettico; in esso si possono riscontrare elementi di varia provenienza come statue di stampo europeo, un piccolo tempo egiziano, false rovine molto evocative. In definitiva il museo può essere considerato una   delle più importanti fonti di testimonianza della vita e dei relativi oggetti che la scandivano dei secoli XVII,XVIII,XIX.   
 
 



Articolo a cura di Elena Provenzani


 

 

 

 

 
 

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